Onorevoli Colleghi! - Nella passata legislatura il Governo aveva avviato la riforma delle leggi cimiteriali (atto Camera n. 4144) rimaste sostanzialmente immutate dall'epoca napoleonica. In questo quadro aveva inteso regolare, all'articolo 13 del citato atto Camera, un fenomeno che, già consuetudine consolidata in altri Paesi, sta diffondendosi sempre di più anche in Italia: quello dei pet cemetery.
      Fenomeno recente da noi, ma assai diffuso nei Paesi anglosassoni, dove rinveniamo tradizioni quasi secolari. Nelle intenzioni del Ministro della salute, vi era la volontà di riordinare un campo lasciato per troppo tempo sgombro di qualsivoglia legge, salvo le iniziative lodevoli di alcune regioni (il Piemonte, ad esempio) e di qualche comune (Bibbiena, Savignano Irpino, Volpedo, Capannori, per citare solo i progetti più recenti).
      Ma anche senza aspettare la legge, in tante parti d'Italia, per volontà di privati cittadini, sono nate negli ultimi anni aree destinate allo scopo illustrato. Seguendo il modello dei pet cemetery, tanto diffusi all'estero, nella nostra penisola cat e dog sitter abituali cominciano adesso a offrire un servizio «tutto compreso» per l'ultima passeggiata: trasporto autorizzato con cremazione

 

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singola o multipla, tariffe di ogni genere proporzionali al peso dell'animale, urne in ceramica o legno, piccoli bonsai, lapidi.
      Ed è un dato di fatto, appunto, che sempre più, oggi, gli animali domestici costituiscono parte integrante della famiglia: soggetti di affezione a cui vengono dedicati affetto e cure. Un elemento non secondario riguarda inoltre i risvolti economici e sociali che costituiscono un corollario significativo di tale fenomeno. Alla luce di questa evidenza, è pertanto necessario legiferare in un settore nel quale, oltre a lodevoli e ben organizzate iniziative, si trovano anche spontaneismo e confusione: cose che, di sicuro, non rendono un buon servizio alla società. Sino ad oggi, in realtà, unico elemento certo, a norma di legge, è solo l'inceneritore. Al proprietario dell'animale deceduto, infatti, è fatto obbligo di rivolgersi alla azienda sanitaria locale di zona la quale, una volta in possesso di quello che viene ancora valutato un «rifiuto speciale», lo avvia alla cremazione.
      Riprendendo l'articolo 13 del testo presentato dal Governo nella XIV legislatura, intendiamo sollecitare il Parlamento a legiferare in una materia che, sino ad ora, non ha punti di riferimento normativi precisi, rispetto ad un fenomeno in rilevante espansione e fortemente avvertito da molti cittadini del nostro Paese.
 

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